E- commerce, una sfida da vincere adesso e un bisogno vero per le PMI italiane: complessità tecniche, legali, burocratiche, di sostenibilità di progetto e di branding possono essere affrontate e superate con successo, affidandosi a società di consulenza innovative, che abbiano al proprio interno diversificate e integrate professionalità.
Sempre più consumatori in Italia comprano su Internet e sempre più imprese sfruttano i canali online per vendere i loro prodotti, in Italia e all’estero: lo rivela “Esportazioni e e-commerce delle imprese italiane – Analisi e prospettive”, il primo Rapporto Ice -Politecnico di Milano sul digitale.
In particolare l’e-commerce nel nostro Paese resta poco diffuso rispetto alle altre grandi economie europee: solo il 44% degli utenti Internet, ma l’anno scorso (2017) il valore della domanda soddisfatta tramite e-commerce è cresciuta del 17% rispetto al 2016 e l’e-commerce italiano di prodotti (52%) ha superato per la prima volta quello di servizi (48%). Una profonda trasformazione è in atto e quello che, sebbene in ascesa costante, è percepito ancora un mercato “di nicchia” per l’Italia, in pochissimo tempo sarà il principale canale di scambio.
Ci troviamo difronte a grandi mutamenti e gradi sfide che le PMI non possono perdere: opportunità di fatturato e d’ingresso in nuovi mercati sono oggi possibili. La scommessa da vincere è digitalizzarsi, acquisire familiarità con nuovi strumenti, affidarsi a chi fa questo per lavoro con programmi di sviluppo articolati nel tempo, sapendo che chi non lo farà sarà marginalizzato e si troverà fuori dal mercato.
Il mercato dell’e-commerce mondiale vale attualmente, a seconda delle stime e delle definizioni usate, tra i 2 e i 3 mila miliardi di dollari per il B2C e oltre 22 mila miliardi per il B2B, per un totale che supera i 25 mila miliardi di dollari (UNCTAD, 2017). In termini relativi, si tratta rispettivamente del 3-4% e del 30% del PIL mondiale circa.
E’ evidente a tutti, anche ai più distratti, che il digital non è più un accessorio, ma si appresta a diventare strutturale in ogni azienda che voglia restare sul mercato, e questo avverrà molto prima di quanto non ci si aspetti.
Il mutamento è, di fatto, sotto i nostri occhi, come molti altri avvenuti in questi anni: ma questa volta è necessario essere preparati e consapevoli!
Come affrontare l’innovazione in modo corretto, dunque? Realizzare un progetto di internazionalizzazione digitale è un processo complesso che non può essere sottovalutato e che richiede un’adeguata pianificazione delle attività.
Innanzitutto bisogna considerare che, trattandosi di un investimento, sono richiesti tempo, risorse, propensione al cambiamento e preparazione.
Gli aspetti chiave da considerare sono molteplici. Si tratta di valutare almeno questi ambiti:
• canali commerciali, ossia l’insieme dei canali di vendita digitali da attivare per abilitare la transazione tra l’azienda e il consumatore finale;
• canali logistici, ossia le modalità con cui i prodotti venduti vengono distribuiti sul mercato di destinazione e consegnati al consumatore finale;
• canali di marketing e comunicazione, che rappresentano gli strumenti con cui l’azienda fa conoscere i propri marchi e li rende visibili e attrattivi per i clienti di riferimento;
• aspetti legali, ovvero la gestione di tutte le pratiche di natura normativa, contrattuale e doganale;
• fonti di finanziamento, che determinano il tipo di risorse finanziarie con cui l’investimento in export digitale viene sostenuto;
CRISIS, grazie alla sua natura pluridisciplianare e alle solide partnership tecnico scientifiche, è in grado di proporre una progettazione integrata e modulare, utile a selezionare le migliori soluzioni commerciali ed i mercati di destinazione più promettenti, curare gli aspetti di comunicazione e branding, farsi carico degli aspetti logisitco-normativi e avere cura della selezione delle eventuali opportunità di finanziamento di progetto.
Il bisogno di internazionalizzazione e di ricerca di nuovi mercati necessita, per sua natura, di essere preso in carico in modo strutturato e completo, dall’intuizione iniziale alla realizzazione: una complessità che può essere gestita con successo solo grazie al coinvolgimento di professionalità diverse e complementari.